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"Le problematiche riguardanti la mappa del campo elettromagnetico irradiato dalle parabole satellitari del MUOS in asse, fuori asse e in particolare in prossimità del terreno, il livello del campo elettromagnetico irradiato dalle antenne della base NRTF nel breve e nel lungo periodo, i possibili effetti causati dall'interazione di aeromobili con il fascio del MUOS sono trattate rispettivamente dall'ISS, dall'ISPRA e dall'ENAV in maniera non esaustiva e come tale suscettibile di ulteriori doverosi approfondimenti" si legge nella sentenza. Era bastato questo al Tar per accogliere i ricorsi, presentati negli ultimi 5 anni.In base alla Sentenza, l'installazione è avvenuta in assenza di valide autorizzazioni. Come ricordano gli avvocati No Muos, l'annullamento ha efficacia sin dall'origine ed i lavori sono da considerare integralmente abusivi. A prescindere da ogni altra conseguenza, quindi, anche il loro utilizzo, in qualsiasi forma è da considerare illecito.
"Abbiamo ammonito le stesse forze dell'ordine che è loro preciso dovere prevenire e sanzionare il perpetrarsi di illeciti all'interno della base ad uso esclusivo della Marina Militare Statunitense di Contrada Ulmo. Conseguentemente sarebbe loro dovere verificare che operai o attrezzature son siano fatti entrare per operare sulle parabole del MUOS" spiegano gli Avvocati Paola Ottaviano, Nello Papandrea e Nicola Giudice.Ma forse la legge non è uguale per tutti. E il 04 Aprile si torna di nuovo in piazza.
Stefano, ricercatore indipendente.
Video interessantissimo che spiega gli effetti dei cellulari e dei campi magnetici sul nostro cervello ed in particolare sulla ghiandola pineale (epifisi).
Ma cos'è questo piccolo fagiolo che abbiamo nel nostro cervello e a cosa serve?
Leggiamo su Wikipedia.
La ghiandola pineale o epifisi è una ghiandola endocrina delle dimensioni di una nocciola, sporge all'estremità posteriore del terzo ventricolo. Appartiene all'epitalamo ed è collegata mediante alcuni fasci nervosi pari e simmetrici (peduncoli epifisari), alle circostanti parti nervose. Le sue cellule, i "pinealociti" producono la melatonina che regola il ritmo circadiano sonno-veglia, reagendo alla poca luce.
Conosciuta fin dall'era antica, anche per la sua frequentissima calcificazione in età matura, questa ghiandola di circa 1 cm di lunghezza, 0.5 cm di larghezza e 500 mg[1] di peso, è uno dei centri dell'organizzazione circadianadell'organismo[2]. Questa ipotesi ha ricevuto conferma dall’osservazione che nei voli transcontinentali l’organismo necessita di un certo tempo per adattarsi al nuovo ritmo luce-buio nel corso delle 24 ore (fenomeno definito jet-lag) e che la durata del periodo di adattamento viene fortemente ridotta dalla somministrazione orale di melatonina.[3]
L’epifisi appartiene alla famiglia degli organi circumventricolari (pertanto risulta sprovvista di barriera ematoencefalica). Nonostante questo, la ghiandola pineale è un organo altamente vascolarizzato. In particolare, il sangue arterioso giunge tramite le arterie coroidee posteriori, mentre il sangue venoso affluisce nelle vene cervicali interne[4].
Tipo di cellule | Descrizione |
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Le cellule parenchimali o pinealociti sono deputati alla sintesi di melatonina. Sono di origine neuroepiteliale e presentano aspetto epitelialoide. Il metodo di impregnazione argentea mette in evidenza la basofilia delcitoplasma e l'aspetto dendritico (con sottili e lunghi prolungamenti che terminano in prossimità dei capillari). Inoltre, i pinealociti producono una matrice proteica che va incontro a calcificazione. Infatti, anche dopo lapubertà, sono presenti concrezioni calcaree denominate acervuli.[7] |
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Le cellule interstiziali costituiscono l'aliquota stromale. Sono elementi gliali modificati, anch'essi di origine neuroepiteliale. Sono presenti fagociti, immersi tra le cellule interstiziali e in prossimità dei capillari che irrorano l'epifisi. Questi svolgono il ruolo di APC.[8] |
L’epifisi riceve informazioni fotosensoriali provenienti dall’occhio da canali neuronali indiretti. La luce percepita dalle cellule gangliari retiniche viene trasformata in impulso elettrico e trasferita al nucleo soprachiasmatico (SCN) tramite il fascio retinoipotalamico (RTH).[9]
In seguito, l’impulso passa all’ipotalamo laterale; da qui al tronco cerebraletramite il fascio prosencefalico mediale e alla colonna intermediolaterale della porzione cervicale del midollo spinale.[10]
A questo punto l’impulso giunge al ganglio cervicale superiore e da qui nel tentorio del cervelletto. Infine attraverso i nervi epifisari giunge all’epifisi.[11]
La produzione di melatonina a volontari umani provoca modeste alterazioni elettroencefalografiche, un’immediata sonnolenza e riduzione della concentrazione ematica di LH e di GH. Infatti, in relazione a quest’ultimo effetto, una maggior concentrazione di melatonina è stata rilevata prima delle mestruazioni e una minore durante il picco di LH. Infatti, la liberazione di melatonina, in assenza di luce, da parte del corpo pineale esercita un feedback negativo sul rilascio da parte dei nuclei ipotalamici di GnRH e ciò riduce il rilascio delle suddette gonadotropine. Pertanto, potrebbe esistere una correlazione tra la concentrazione di tale ormone ed il ciclo mestruale. Anche l’età di insorgenza della pubertà potrebbe essere correlata con tale secreto epifisario: l’entità del rilascio di melatonina si riduce con la crisi puberale, in corrispondenza della quale l’epifisi si presenta invasa da depositi calcarei. Inoltre, si è visto che variazioni dell’entità e della durata della produzione del segnale melatoninico giornaliero può influire anche sulla riproduzione. [13]La melatonina è una sostanza prodotta a partire dal neurotrasmettitore serotonina (5-idrossi-triptamina) per N-acetilazione e ossi-metilazione, in virtù del fatto che i pinealociti contengono l'enzima idrossi-indolo-ossi metil transferasi (HIOMT), enzima marker dell'epifisi.[12]
L’esatto ruolo funzionale di questa ghiandola nell’uomo non è stato ancora ben definito.[14] Tuttavia, da molti anni è ormai noto che l’ormone principale prodotto dall’epifisi è la melatonina, il cui ruolo primario è la regolazione del ciclo sonno-veglia (cicli circadiani). La produzione di questo secreto avviene nei mammiferi in base alla quantità di luce percepita dalla retina; in particolare è stato constatato che la secrezione di tale ormone raggiunge il picco durante le ore notturne (la luce, pertanto, inibisce la produzione di tale secreto).[15]
La melatonina viene sintetizzata a partire dalla serotonina e daltriptofano presente nel sangue. Quest’ultimo entra nel pinealocita e tramite diversi passaggi enzimatici viene convertito in serotonina: il primo è mediato dalla Triptofano idrossilasi che converte il triptofano in 5-idrossi-triptofano; successivamente il 5-idrossi-triptofano viene convertito dall’enzima L-amminoacido aromatico decarbossilasi in serotonina.[16]
[caption id="" align="alignright" width="138"]A questo punto, la conversione della serotonina in melatonina richiede due passaggi, il primo dei quali costituisce la reazione limitante di tutto il processo. Essa consiste nella conversione della serotonina in N-acetil-serotonina.[17] Questa reazione è catalizzata da un N-acetiltrasferasi. Per la produzione di questo enzima è necessaria la presenza del cAMP, nucleotide ciclico sintetizzato dall’adenilato ciclasia patire dall’ATP. Tuttavia, l’attività dell’adenilato ciclasi e pertanto la sintesi del cAMP viene inibita dalla luce: infatti, affinché il cAMP venga prodotto i recettori β-adrenergici devono legarsi alla noradrenalina, rilasciata dai nervi epifisari in assenza di luce.[18]
L’ultima fase della produzione di melatonina è mediata dall’Idrossi-indolo-O-metil-trasferasi. La melatonina non viene accumulata nelle cellule ma secreta immediatamente dal sangue e anche nel liquor, dove passa in circolo attraverso il plesso coroideo. Da qui raggiunge l’encefalo e i tessuti periferici.[19]
Per la biosintesi degli ormoni epifisari si verifica un'influenza diretta da parte del sistema nervoso centrale. Fattori come lo stress (che determina un’attivazione simpatica generalizzata) e farmaci possono provocare l’incremento della produzione di melatonina. Anche impulsi provenienti dall'SNC o l’ipoglicemia possono influenzare i nervi simpatici nella produzione di tale ormone. Altri fattori che modulano la secrezione melatoninica sono le endorfine prodotte dalla midollare surrenale e gli ormoni steroidei.[20]
La ghiandola pineale si trova a stretto contatto con il liquido cefalorachidiano. Per spiegare la presenza degli ormoni pineali nel plasma e nelle urine è stata ipotizzata una secrezione pineale anche a livello vascolare. La sede principale di azione della melatonina è nel cervello, ma può agire direttamente anche sulla ghiandola ipofisaria e su altri organi periferici. Anche i livelli liquorali, ematici e urinari della melatonina variano in relazione alla luminosità ambientale con picchi nelle ore di scarsa luminosità ambientale.[21]
Più tardi le teorie di Galeno verranno spesso estese o modificate. Ad esempio Nemesio di Emesa le ampliò aggiungendovi l'idea della localizzazione ventricolare, secondo la quale ad ogni parte del cervello corrisponde una diversa facoltà: al ventricolo anteriore l'immaginazione, al ventricolo mediano la ragione e a quello posteriore la memoria. Questa teoria verrà adottata fino alla metà del sedicesimo secolo.[23]
In un trattato chiamato “sulla differenza tra spirito e anima” Qusta ibn Luqa combinò le teorie di Nemesio e la concezione di Galeno riguardante la regolazione dello spirito attraverso il verme cerebellare. A tal proposito, applicò la sua teoria per giustificare il flusso di coscienza: secondo le sue ipotesi, coloro che volevano ricordare guardavano in alto in modo che questa appendice vermiforme aprisse il passaggio e permettesse il fluire della memoria. Coloro che volevano pensare, al contrario, guardavano in basso in modo che si chiudesse il passaggio e lo spirito della ragione non fosse corrotto da quello della memoria. Il trattato di Qusta influenzò molto la scolastica europea medioevale.[24]
In molti testi medioevali, tra i quali quelli di Mondino dei Liuzzi, a questa appendice vermiforme fu applicato il termine "pinea", comportando una certà ambiguità, in quanto questo termine poteva riferirsi sia al verme cerebellare che alla ghiandola pineale.[25]
All'inizio del XVI secolo, vi furono grandi progressi nel campo dell'anatomia. Niccolò Massa scoprì che i ventricoli cerebrali non sono riempiti di spirito ma di fluido (illiquido cerebrospinale). Andrea Vesalio, inoltre, respinse tutte le teorie riguardanti la localizzazione ventricolare e quelle secondo le quali la ghiandola pineale o il verme cerebellare regolano il flusso di spirito, dissolvendo l'ambiguità riguardo a queste due parti anatomiche che si era creata nel medioevo.[26][27]
Cartesio era molto interessato all'anatomia e alla fisiologia umana. Egli tratta largamente della ghiandola pineale, in particolar modo nel trattato "De homine” e nel suo ultimo libro “Le passioni dell'anima” .[29]
[caption id="" align="alignright" width="167"]Il punto di vista del "De homine” è puramente meccanicistico: in esso infatti Cartesio vede il corpo come nient'altro che una macchina le cui funzioni sono riducibili ai principi fisici della meccanica classica. Non a caso, le teorie cartesiane saranno tra le principali ispiratrici della dottrina medica Iatromeccanica. All'interno di questa macchina la ghiandola pineale gioca un ruolo centrale, poiché coinvolta nella percezione, immaginazione, memoria e nella causalità dei movimenti corporei.[30]
Le "passioni dell'anima" potrebbe essere visto come una continuazione del trattato "sull'uomo", molti dei temi discussi in esso riguardanti la ghiandola pineale ricorrono. Cartesio approfondisce maggiormente il concetto di anima e corpo, e il ruolo della ghiandola pineale acquista una maggiore importanza dal momento in cui essa è la sede principale dell'anima, nella quale la "res extensa" si unisce alla "res cogitans".[33]
Negli studi scientifici sulla ghiandola pineale, vi furono piccoli progressi fino alla seconda metà del diciannovesimo secolo. Nel 1828, Magendie poté avanzare ancora la teoria che Galeno aveva liquidato. Suggerì che fosse una valvola designata ad aprire e chiudere l'acquedotto cerebrale. [34] Verso la fine del diciannovesimo secolo, comunque, la situazione cominciò a cambiare. Innanzitutto, diversi scienziati lanciarono indipendentemente l'ipotesi che la ghiandola pineale fosse una reliquia filogenica, un vestigio di un terzo occhio dorsale. Una versione modificata di questa teoria è ancora accettata. Inoltre, gli scienziati iniziarono a supporre che la ghiandola pineale fosse una ghiandola endocrina. Questa teoria fu completamente accettata nel ventesimo secolo: infatti, grazie agli sviluppi scientifici e biochimici, attualmente si ha una conoscenza abbastanza completa delle funzioni svolte dall'epifisi e dai suoi secreti.[35]
La ghiandola pineale torna ad assumere un ruolo centrale nella filosofia di Georges Bataille, che utilizza il concetto di "occhio pineale" come riferimento ad un punto cieco nella razionalità occidentale, un organo di delirio e di eccesso.[37][38]
Esiste un giornale dedicato alla ghiandola pineale, Il Journal of Pineal Research.[39]
Fonte: Pane e Circo
“Pass The Salt” ovvero “Passami il sale”, è il titolo di questo divertente cortometraggio ideato daMatthew Abeler, uno studente di comunicazione mediatica ed elettronica alla Università di Northwestern. Il video parla dell’influenza della tecnologia sulle relazioni, commenta lo stesso Matthew sul canale youtube. Uno spunto di riflessione su come i social media hanno estraniato le persone dalla realtà che li circonda, una società dove i rapporti sociali sono stati sostituiti da sms e comunicazioni indirette di qualsiasi genere.
La storia è ambientata in una tipica cena di famiglia, dove genitori e figli, seduti a tavola, condividono uno dei momenti più importanti dal punto di vista relazionale. Come sempre più spesso accade tra i giovani di oggi, i due figli chattano col loro smarthpone disinteressandosi della cena e ovviamente dei genitori. Il padre invece di rimproverare i due figli del loro totale menefreghismo, con un’idea brillante mette in scena un qualcosa che li lascerà a bocca aperta. Un modo sicuramente geniale e simpatico per far capire alle nuove generazioni che la vita non è Facebook, non è Twitter e ne tantomeno Whatsapp. La vita non è rinchiusa all’interno di un contenitore elettronico, indubbiamente un mezzo utilissimo..ma pur sempre un mezzo! E da qui nasce l’idea del padre, ecco il video intitolato “Pass the Salt”:
Questo cortometraggio ha vinto il Best Comedy Award at the 2014 Five16 Film Festival. Di recente il video è esploso nei Social diventando un virale. Se l’intento di questo ragazzo era quello di far arrivare un messaggio importante a tante persone…allora c’è riuscito alla grande.
Se sei d’accordo, condividi anche tu il messaggio di questo video.
Fonte: Elettrosmogsicilia
Programma condotto da Maurizio Torrealta.
In studio commentano l'intervista al nobel della medicina Luc Montagnier sugli effetti delle onde elettromagnetiche sugli organismi biologici, il fisico teorico Emilio Del Giudice, il professore di fisica presso l'Università di Salerno Giuseppe Vitiello, il giornalista della Nuova Venezia Renzo Mazzaro e Piergiorgio Spaggiari già direttore generale dell'azienda ospedaliera a Cremona.
Nella prima parte del video si parla di Wi-Fi nelle biblioteche di Parigi, della legislazione italiana, delle proprietà elettromagnetiche dell'acqua e di tanto altro (24:00 minuti).
Nella seconda parte del video si parla delle incredibili proprietà dell'acqua e l'interazione con i campi elettromagnetici (23:30 minuti).
“Tanto tuonò che piovve” e dopo mesi e mesi di lotta, di incontri e di manifestazioni di protesta organizzate dal PCIML guidato da Domenico Savio e tenutesi presso il Municipio di Procida, finalmente la questione relativa alla presenza delle antenne di telefonia mobile nel centro abitato è approdata in Consiglio comunale dove, così come richiesto dai cittadini, è stato finalmente approvato all’unanimità il piano con cui i ripetitori dovrebbero essere spostati lontano dalle case. Si tratta di un provvedimento storico se solo pensiamo che erano circa venti anni che sull’isola di Graziella se ne parlava senza mai approdare, però, a nulla di concreto.
Nella Delibera di Giunta Municipale n. 47 del 29 Settembre 2014 tra l’altro si sottolinea che “Le aree con divieto assoluto alle installazioni sono: le zone a media e alta densità abitativa e le aree soggette a verde pubblico attrezzate. E’ fatto divieto l’installazione di impianti su ospedali, edifici adibiti a culto, strutture socio-sanitarie, strutture assistenziali, scuole ed asili nido, strutture sportive ed immobili di valore storico-architettonico e monumentale”.
Nel dare atto al Sindaco Vincenzo Capezzuto di aver spinto il Civico consesso ad approvare l’importante delibera, non possiamo non sottolineare il fatto che l’atto approvato rappresenta solo il primo passo per ottenere lo spostamento delle antenne fuori dai centri abitati in quanto per essere attuato è necessario approvare il P.I.C., il Piano di Installazione Comunale nel quale, tra l’altro, saranno individuate le zone idonee ad ospitare gli impianti. E se ciò non avverrà prima delle elezioni comunali previste per il prossimo 2 giugno, il tutto potrebbe essere vanificato dal nuovo assetto politico-amministraivo che sarà determinato dal voto. Soprattutto se pensiamo che forze politiche come il Partito Democratico di Dino Ambrosino sono propense, nonostante in merito abbiano votato si all’approvazione del piano di indirizzo proposto da Capezzuto, all’installazione delle cosiddette antenne di “Quartiere”, ripetitori che teoricamente dovrebbero avere un minore impatto elettromagnetico ma che di fatto autorizzerebbero il proliferare di antenne proprio nel cuore dei centri abitati. Ecco perché Il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista chiede che la delocalizzazione delle antenne di telefonia mobile avvenga prima delle elezioni e a coloro che sostengono che i tempi sarebbero stretti per consentire lo spostamento dei ripetitori, i dirigenti dell’organizzazione politica che fa capo a Domenico Savio rispondono che è solo una questione di volontà politica. Soprattutto se pensiamo al fatto che, così come ci ha più volte riferito il Sindaco Vincenzo Capezzuto, anche le compagnie di telefonia mobile avrebbero dato il loro assenso a delocalizzare gli impianti esistenti sul territorio. In ogni caso il PCIML metterà in essere tutte le iniziative necessarie affinché finalmente a Procida, così come chiedono a gran voce i cittadini, prima del voto si giunga alla delocalizzazione delle antenne di telefonia mobile. Un discorso a parte invece va fatto per l’antenna piazzata circa un anno fa su palazzo Mazzella e di cui i cittadini di via Regina Elena da mesi ne chiedono la rimozione al Sindaco Capezzuto essendo stata collocata senza l’assenso dei condomini. Quella per la rimozione dell’antenna da Palazzo Mazzella rappresenta una battaglia di civiltà sociale per tutto il Quartiere e per la quale i residenti, oltre ad aver presentato ricorso al TAR attraverso l’avvocato Bruno Molinaro, hanno ufficialmente diffidato l’Ufficio Tecnico e il primo cittadino dell’Isola affinché avviino l’annullamento in autotutela degli atti che hanno permesso la collocazione su palazzo Mazzella dei ripetitori di telefonia mobile. Ma purtroppo, sino a questo momento, il Sindaco Capezzuto ha dimostrato di non avere la volontà politica di assecondare le giuste richieste dei cittadini non avendo ancora provveduto ad annullare il permesso a costruire e l’autorizzazione paesaggistica sulla base dei quali è già stata realizzata l’opera. E a tal proposito una cosa sembra certa ed è quella che i residenti di via Regina Elena continueranno a battersi affinché venga immediatamente rimossa l’antenna collocata tra le loro case venerdì 18 aprile 2014, un giorno di festa durante il quale tutta la popolazione locale era intenta ad assistere alla processione dei Misteri.
Fonte: www.sciencealert.com Expect to hear a whole lot more about Li-Fi – a wireless technology...
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