La marcia dei No Muos “C’è un giudice a Caltagirone”
I manifestanti attendono ora una nuova mossa: lo smantellamento dell’intero impianto di telecomunicazione satellitare di contrada Ulmo. “Quell’installazione non può e non deve funzionare”. Così i legali del coordinamento hanno commentato la notizia del sequestro avvenuto nei giorni scorsi ribadendo che “proseguiremo nella battaglia giudiziaria fino alla fine, a fianco di tutti gli attivisti e i comitati No Muos, per difendere il diritto di tutti a vivere in un posto libero da inquinamento, devastazione e guerre”.
Nel primo pomeriggio di oggi si sono dati appuntamento attivisti, associazioni e sindaci provenienti da diversi comuni della Sicilia in contrada Ulmo per dare vita alla marcia in contrada Ulmo. Al corteo hanno presenziato decine di manifestanti provenienti da Messina e Palermo che in mattinata hanno anche partecipato ad escursioni di gruppo per la “visita a distanza ” del cantiere e per ammirare la biodiversità della imponente sughereta di 3000 ettari.
Tra le budella della sughereta tra bandiere, striscioni, slogan anche un nutrito gruppo di sindaci provenienti da ogni parte dell’Isola, tra cui Palermo, Piazza Armerina, Chiaramonte Gulfi, Avola, Canicattini Bagni e naturalmente Niscemi. Il sindaco Francesco La Rosa che ha sottolineato come “il corteo rappresenta oggi una giornata di festa. È una situazione tragicomica perché da un lato della protesta ci sono i cittadini, dall’altra il Ministero che ha fatto opposizione alla sentenza del Tar”. “I diritti all’ambiente, alla salute e alla pace sono stati mortificati dal governo americano, italiano e regionale con delle scelte scellerate e dissennate”, dice Leoluca Orlando, in rappresentanza dell’Anci che questa mattina in riunione a Palazzo Comunale di Niscemi ha deciso di “elaborare un documento di solidarietà e condivisione”. “C’è una costituzione che alcuni fanno rispettare e altri violano, per fortuna che c’e un giudice a Caltagirone”, aggiunge Leoluca Orlando all’osservazione che questa marcia porta in campo parti dello Stato contro altre parti dello Stato, il Ministero e l’Anci, di cui fanno parte i 390 comuni della Sicilia.
Intanto si attende il prossimo 15 aprile, data in cui è fissata l’udienza per la richiesta di sospensiva presso il Cga di Palermo, dopo che avverso la sentenza del Tar il Ministero della Difesa italiano ha presentato appello.